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La Zls di Venezia e del Rodigino (Zona logistica semplificata) riceve 80 milioni di euro dal Governo e può cominciare a muovere i primi passi e attirare le prime aziende su parte dei 4.681 ettari di aree industriali abbandonate distribuiti tra Venezia e Rovigo e 17 Comuni polesani con il baricentro nel porto di Venezia e Chioggia: 80 milioni di euro sono in grado di generare 400 milioni di euro di investimenti privati. Il Consiglio dei ministri, all’interno del Decreto Coesione che stanzia finanziamenti per 74 miliardi di euro, ha dunque destinato alla Zls veneta i primi fondi.


L’ATTESA

Un primo passo concreto dopo oltre 5 anni di attesa, da quando il 24 gennaio del 2019 l’allora presidente di Confindustria Venezia e Rovigo, Vincenzo Marinse, lanciò il progetto per la Zes (Zone economiche speciali destinate solo al Sud Italia), strada facendo trasformata in Zls. Per arrivare alla piena operatività mancano il decreto sul credito d’imposta e quello di nomina del Comitato di indirizzo che completerà la struttura di regia dell’area. E non a caso il governatore del Veneto, Luca Zaia, sottolineando che gli 80 milioni di euro sono a disposizione degli investimenti delle imprese da realizzare tra il 7 maggio e il 15 novembre 2024 e ringraziando «i rappresentanti del Governo che hanno colto l’importanza della richiesta del territorio», confida che «anche il decreto attuativo sul credito d’imposta sia adottato in tempi brevi: le imprese interessate ad investire nei territori della nostra Zls lo stanno attendendo per iniziare a valutare e pianificare i loro investimenti». E tra i rappresentanti del Governo c’è in primo luogo il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci che ha seguito le varie fasi dell’iter: «Dopo l’istituzione, la pubblicazione nel sito, il via libera del Consiglio di Stato e interlocuzioni con il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, nel Decreto Coesione sono state estese misure agevolative (crediti d’imposta) per investimenti già previsti per la Zes Unica ed estesi alle Zone Logistiche Semplificate (Zls) del Centro Nord. A breve il decreto per definire le modalità di accesso al beneficio, nonché i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del credito d’imposta e dei relativi controlli, anche al fine di assicurare il rispetto del limite di spesa». Bitonci ha sottolineato che si tratta di un’opportunità per permettere il rientro in Veneto di aziende che negli anni scorsi hanno delocalizzato all’estero e per attrarne di nuove. Lo studio commissionato da Confindustria stima che al fine di attrarre investimenti privati per 2,4 miliardi, con nuove fabbriche e centri logistici, e per creare 26 mila nuovi posti di lavoro (e altri 177 mila di indotto nel resto del Veneto) servono 250 milioni di euro l’anno che, nel giro di un decennio, tornerebbero triplicati nelle casse dello Stato che incasserebbe 800 milioni (320 milioni di Iva, 250 milioni grazie ai 26 mila nuovi posti di lavoro, e il resto di Ires, l’imposta sui redditi delle società).


ADEGUAMENTO

Per questo il segretario regionale e senatore del Pd, Andrea Martella, ha annunciato che «ora, attraverso la discussione del decreto al Senato, chiederemo un ulteriore passo in avanti, ovvero un adeguato aumento degli stanziamenti e la loro erogazione costante nel tempo, non solo limitata al 2024». Vincenzo Marinese, che nel frattempo è stato nominato vicepresidente di Confindustria nazionale con delega all’organizzazione e ai territori, considera lo stanziamento di 80 milioni di euro «comunque una bella notizia: siamo partiti da zero. La media del contributo è il 20%, vuol dire che in termini di investimento, 80 milioni possono produrre 400 milioni di euro. Intanto, allora, facciamo questi investimenti, poi se le imprese ne faranno 500 o di più non è che il Governo si fermerà qui. Adesso il futuro è nelle nostre mani».



 

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