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Botta e risposta tra Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti sul superbonus. A “qualche perplessità” del vicepremier ha replicato il ministro dell’Economia.

“Il Superbonus, che in teoria poteva essere un progetto che poteva portare al rilancio del settore dell’edilizia, si è trasformato in un buco nei conti pubblici per la pessima gestione. Molte cose non si possono fare a causa di ciò che è successo”, il giudizio espresso dal ministro degli Esteri durante il Family business forum, a Lecco. “Si sta discutendo dell’ultima parte del Superbonus”, ha proseguito Tajani, “ma ho qualche perplessità sulla retroattività dell’ultima proposta del ministro Giorgetti. Come Forza Italia, vogliamo ascoltare le imprese e le banche per capire se si deve intervenire in Parlamento e fare delle proposte. La parte di retroattività non mi convince: forse dieci anni sono troppi”, ha aggiunto Tajani.

A stretto giro la replica di Giorgetti. “Io ho una responsabilità e difendo gli interessi dell’Italia, chiaro?”, ha commentato il ministro dell’Economia, a margine di Investopia Europe.

L’emendamento del governo per spalmare su 10 anni i crediti del superbonus arriverà nel pomeriggio in commissione Finanze al Senato per permettere poi al dl di approdare in Aula al Palazzo Madama mercoledì prossimo alle 15.

Una modifica ineluttabile, a quanto apprende l’Adnkronos, nonostante la protesta delle associazioni che permette di diluire gli oneri sulle casse pubbliche del credito d’imposta edilizio al 110%. Verrebbe confermata, come anticipato già ieri dal sottosegretario al Mef Federico Freni, l’applicazione della norma ai bonus fiscali per spese edilizie realizzate dal primo gennaio 2024 che dunque andranno per legge, e non con regime opzionale, ripartite nell’arco di 10 anni e non di 4 o 5 come in precedenza. L’emendamento permette quindi di alleggerire il carico del bonus sulle finanze pubbliche con relativo impatto sul deficit per 700 milioni nel 2025 e di 1,7 mld nel 2026 (circa 0,1% deficit-pil).

Intanto le associazioni fanno sentire la loro voce contro la nuova stretta. Per Confedercontribuenti il progetto del governo di diluire i crediti del superbonus su 10 anni condanna al fallimento dalle 8.000 alle 10.000 imprese. “La decisione di rendere obbligatoria la ripartizione in 10 anni delle residue agevolazioni per le ristrutturazioni (Superbonus in primis) desta grosse perplessità. Qualora confermata, questa disposizione annunciata dal Mef cadrebbe come pioggia su un suolo già abbondantemente bagnato”, sottolinea da parte sua Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.

 

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