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Un’impresa che vuole investire in energia pulita oggi ha un’opportunità in più. Dall’8 aprile, infatti, si possono presentare le domande per accedere ai nuovi incentivi previsti per la realizzazione di Comunità energetiche rinnovabili. Di fatto si tratta di una serie di vantaggi economici mirati a coinvolgere le piccole e medie imprese italiane nella transizione ecologica.
“Una Comunità energetica rinnovabile nasce da un gruppo di cittadini, imprese o enti che scelgono di unirsi per condividere l’energia prodotta da fonti rinnovabili, tipicamente impianti fotovoltaici”, spiega Alberto Villa di Viessmann Italia. Gli attori coinvolti devono essere almeno due, un produttore e un consumatore: nel caso di un’impresa, ad esempio, la formula più semplice è quella che vede l’azienda stessa come produttore di energia green e i suoi dipendenti, o chi abita nei pressi dell’azienda, come consumatori. Per essere riconosciuta, la CER va costituita legalmente come soggetto giuridico autonomo non a scopo di lucro.

Il meccanismo che ne regola il funzionamento è semplice. L’energia rinnovabile generata viene parzialmente autoconsumata da chi ha realizzato l’impianto. La parte restante, che viene immessa sulla rete elettrica, viene condivisa con i membri della comunità, che possono così beneficiarne direttamente. Il vantaggio è triplice: ambientale, economico e sociale. Una Comunità energetica rinnovabile contribuisce alla decarbonizzazione del Paese, consente un risparmio economico diretto, soprattutto in un momento storico di forte incertezza come quello attuale, e garantisce autonomia nell’approvvigionamento energetico, riducendo la dipendenza dai fornitori. L’impatto, di conseguenza, è anche sociale: reinvestendo in iniziative a favore del territorio i guadagni generati, si crea valore per tutta la comunità.
Con le nuove agevolazioni, decidere di creare una CER è ancora più vantaggioso. Le tipologie di incentivi oggi disponibili sono due: una tariffa incentivante e un contributo a fondo perduto per l’installazione di un nuovo impianto. “La tariffa incentivante premio viene calcolata sull’energia condivisa tra produttori e consumatori, e il suo valore varia da 100 a 130€/MWh a seconda della potenza e della posizione geografica dell’impianto fotovoltaico – sottolinea Villa -. Considerando un ulteriore contributo di 10€ e quello legato al ritiro dedicato, il beneficio totale oscilla tra i 200 e i 230€/MWh.”

Il contributo a fondo perduto, previsto con i fondi del Pnrr, consente invece alle PMI di risparmiare il 40% delle spese sostenute per l’installazione degli impianti fotovoltaici, ma è concesso solo per le opere in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti. “Questo permette di ridurre di circa il 50% il tempo necessario per recuperare l’investimento”, continua Villa. Per accedere al contributo si deve presentare una richiesta in via telematica sul portale “SPC – Sistemi di Produzione e Consumo”.
“Prima di farlo, è essenziale analizzare attentamente quale sia il dimensionamento migliore dell’impianto per consentire alle PMI di massimizzare il loro risparmio. È cruciale rivolgersi a professionisti esperti”, chiarisce Villa. “Gli installatori partner Viessmann sono professionisti qualificati in grado di eseguire una valutazione dettagliata e proporre le soluzioni più adatte in base ai consumi energetici dell’azienda, allo spazio disponibile per l’installazione del sistema fotovoltaico e al profilo orario di utilizzo energetico dell’impresa”.

 

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