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Chiacchierata col vicesindaco e assessore allo Sport Christian Castorri sulle sfide che attendono sia la città (sport di base) che il Cesena Fc: dalla sostenibilità del bilancio ai lavori necessari per ammodernare lo stadio.

Uno stadio moderno, ricoperto di pannelli fotovoltaici e con una tribuna nuova, interamente a carico dell’Amministrazione Comunale. Una società, quella bianconera e statunitense, che deve concentrare gli investimenti sugli obiettivi sportivi, con la Serie A nel mirino, perché al resto pensa il Comune. Infine, una città, Cesena, che deve eccellere a livello nazionale per sport giovanile. È questa la visione del vicesindaco nonché assessore allo sport Christian Castorri, una prospettiva che inevitabilmente assume un’importanza primaria per i tifosi bianconeri, per capire presente e futuro di Cesena e del Cesena Fc.

Lo stadio del futuro. Improvvisamente in campagna elettorale è comparso il tema del rifacimento della tribuna centrale dell’Orogel Stadium Dino Manuzzi, ovvero la sezione mancante di un impianto modernissimo nel 1990 (anno di ristrutturazione) e che oggi ha bisogno di un po’ di lifting generalizzato. Il primo intervento, già messo a bilancio, sarà relativo alla messa a norma dei bagni in quasi tutti i settori per rispettare le disposizioni della Lega Calcio, poi si penserà a rifare le coperture e a farsi trovare pronti (fase 3) per una eventuale nuova tribuna.

I bagni da rifare: “Con la variazione di bilancio dello scorso aprile abbiamo previsto la copertura finanziaria necessaria di 170 mila euro – spiega Castorri – entro maggio approveremo il progetto per la realizzazione di 17 nuovi bagni e 11 nuovi orinatoi e realizzeremo i lavori nell’estate 2025, affinché il Cesena possa adempiere alle prescrizioni previste dalle licenze nazionali per l’iscrizione al campionato. Poi penseremo alle coperture, ci piacerebbe rifarle installando pannelli fotovoltaici ovunque: si tratterebbe di una grande innovazione, in Italia solo Frosinone può vantare qualcosa di simile mentre in Europa non sono più di cinque o sei gli stadi di questo tipo”.

E poi c’è il discorso tribuna: “La nostra posizione è semplicemente quella di farci trovare pronti nel caso in futuro capitino i finanziamenti per completarla. Come ha detto il Sindaco, ripeschiamo dal libro dei sogni l’idea di rifare la tribuna, per completare l’anello. Avere progetti pronti ci consente di poter cogliere eventuali opportunità per finanziare l’intervento. Nel 2020 abbia definito la cornice – attraverso il progetto City branding – entro la quale inserire la riqualificazione dei principali impianti sportivi cittadini. Grazie a quella progettualità abbiamo potuto cogliere tre importanti finanziamenti Europei (due del PNRR e uno dai Fondi ATUSS) – complessivamente parliamo di oltre 13 milioni di euro – che ci consentiranno di rifare la piscina, rifare il campo d’atletica e ampliare il polo sportivo di Villachiaviche. Chissà che nei prossimi anni non capiti la carta giusta anche per rifare la tribuna dello stadio: dobbiamo farci trovare pronti con un progetto definito”.

No al project financing. Nella vicina Rimini la costruzione dello stadio è all’ordine del giorno con il metodo del project financing – una cordata privata di cui fa parte anche la il Rimini Fc si dovrebbe far carico dell’intero investimento necessario ottenendo una concessione trentennale per i diritti di sfruttamento dell’impianto – che  da un alto lega inevitabilmente l’aspetto sportivo a quello economico ma dall’altro slega i contribuenti da ogni investimento (almeno inizialmente). “Non credo in questa formula – spiega Castorri – lo abbiamo dimostrato localmente anche con l’investimento nella piscina comunale nella quale abbiamo versato direttamente 12 milioni di euro. Per questo tipo di servizi l’Amministrazione Comunale ha l’autorevolezza per effettuare investimenti nell’interesse della città. Loro devono solamente occuparsi della parte sportiva, di raggiungere gli obiettivi in campo mantenendo la sostenibilità finanziaria mentre l’onere delle strutture deve restare pubblico”.

Solo Dino Manuzzi. Qualche tempo fa, anzi una amministrazione fa, ai tempi di Paolo Lucchi, si fece strada persino l’ipotesi di rifare altrove lo stadio del Cesena. Su questo Castori è categorico: “Lo stadio del Cesena è il Dino Manuzzi e lo sarà per sempre”.

Extra calcio. Però magari a volte utilizzato anche come impianto polifunzionale: “Lo stadio è prima di tutto la casa del calcio cesenate e, più in generale, dello sport. Partendo da questa consapevolezza in questi anni, soprattutto dopo l’adeguamento alle normativa UEFA, avvenuto in occasione dell’Europeo Under 21 del 2019, abbiamo potuto accogliere partite di massimo livello: a partire dalla Nazionale maggiore, oltre all’Under 21, alla nazionale femminile, alla Supercoppa Italiana di calcio femminile e, fra pochi giorni, la finale di Coppa Italia femminile Roma-Fiorentina. Tuttavia, sempre nel recente passato, il Manuzzi è stato anche il teatro che ha ospitato per due volte Rock’n 1000. A dimostrazione che, nel caso vi fossero dei dubbi, il Manuzzi ci dà opportunità anche extrasportive”.

Le altre strutture. Legate al Cesena ci sono due strutture fondamentali: Martoranello e Villa Silvia. “In Martoranello il Comune non ha alcun ruolo – spiega il vicesindaco – il centro sportivo di Martorano è privato, frutto dell’impegno di tanti soci che si sono adoperati per la realizzazione e che si stanno adoperando per farlo funzionare al meglio. È diventato di fatto uno degli impianti sportivi di riferimento del calcio cesenate del Cesena Calcio. Se si allargherà? La proprietà ci illustrato le idee di sviluppo delle strutture sportive esistenti, soprattutto incrementando il numero di campi da calcio e realizzando un’area verde per le tante famiglie che oggi frequentano il centro sportivo”.

La boutade (a mezzo stampa) di Villa Silvia 2. In passato, soprattutto sotto la spinta dell’allora presidente Robert Lewis, si parlò di una espansione con il progetto di Villa Silvia 2, dato prima per cosa fatta e poi caduto in un binario morto. “La società ci aveva illustrato, la scorsa estate, la volontà di ampliare il centro sportivo. Non ci sono stati però sviluppi”.

Torna il sereno col Cesena. La promozione in serie B ha aiutato, e non poco, a riportare serenità tra i tifosi, dopo un’estate alquanto travagliata, e nei rapporti anche con l’Amministrazione comunale. “Il nostro è un rapporto ancora breve – spiega Castorri – quando Aiello è qui ci relazioniamo direttamente con lui altrimenti col segretario Marco Valentini. L’inizio del rapporto fu segnato da uno scontro, possiamo usare questa parola, tra i due presidenti e la mia persona, perché richiamavo la società al rispetto del contratto di utilizzo dello stadio. Ora il rapporto è di rispetto reciproco, in un rapporto regolato da una concessione che per l’Amministrazione rappresenta, e non può essere diversamente, il punto di partenza per qualsiasi ragionamento”.

Prospettive future. Il discorso si allarga quindi sulle prospettive future di questa società: “La promozione in Serie B è sicuramente una grande opportunità, ma richiede uno sforzo ancora maggiore da tutti i punti di vista, organizzativo, dirigenziale ed economico. Per questo servirà grande lucidità in tutte le scelte cruciali sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista tecnico. L’aspetto dirigenziale è prioritario e lo abbiamo visto tutti quest’anno con l’arrivo di Fabio Artico”. 

Gli investitori statunitensi. Uno dei punti interrogativi principali per i tifosi bianconeri resta però quello relativo alla comprensione della strategia di investimenti degli americani nel Cesena: che piano hanno per renderlo fruttuoso? Dove vogliono arrivare? La prima risposta del vicesindaco è diplomatica: “E’ una società privata e ad essa rimane la responsabilità di gestire le risorse secondo una giusta etica. Con la consapevolezza però che il Cesena è la squadra di calcio della città, dei tanti abbonati e tifosi e per questo è importante che il club mantenga sempre la massima credibilità nei confronti di chiunque”.

Obiettivi chiari. Poi c’è un’aggiunta, che è un’ammissione ma che al tempo stesso definisce il contorno del ruolo degli americani: “Non tocca a me spiegare quale sia la strategia degli investitori col Cesena Fc (anche a fronte di un possibile passaggio di quote, tutto a stelle e strisce, ndr) – prosegue Castorri. Mi accontento di avere alcuni obiettivi ben definiti: dal punto di vista sportivo e dal punto di vista della sostenibilità finanziaria. Magari programmando, senza ansia però, il ritorno in serie A. E mantenendo e sviluppando un settore giovanile di primo livello come in passato. O semplicemente essere credibili come società”.

Cesena e lo sport. L’ultima parte della chiacchierata è dedicata alla città di Cesena e allo sport popolare e giovanile. “Lo sport di base è parte della quotidianità dei cesenati. Non è più un solo passatempo, ma rappresenta a tutti gli effetti un servizio. Basti pensare che il 72% dei bambini iscritti alla scuola primaria nella nostra città pratica sport presso un’associazione sportivo, dato che rappresenta un’eccellenza per l’Italia. Per questo da qualche anno stiamo lavorando per garantire che questo servizio possa durare nel tempo, creando le condizioni per innovare e rinnovare il modello di promozione sportiva nella città”.

Il confronto col passato: “Intendiamoci: vent’anni fa magari il numero di ragazzi scritti alle società sportive era minore ma era cosa normale trascorrere più tempo all’aria aperta facendo attività fisica indiretta. Oggi oltre ai due o tre allenamenti settimanali purtroppo non si fa quasi più nulla, per cui è fondamentale che i servizi sportivi non siano affidati solo alla volontarietà delle persone. In questo senso la collaborazione fra associazioni sportive è fondamentale e sempre più necessaria. È il futuro. Sia nell’utilizzo degli impianti, sia nella programmazione delle attività. Parallelamente ad un processo di sviluppo dell’impiantistica sportiva cittadina, in questi anni abbiamo lavorato tutti insieme per definire progettualità capaci di tenere insieme più realtà sportive. Non è semplice, ma vedo sempre più la disponibilità necessaria per far crescere ancora di più il sistema sportivo cesenate”.

L’esempio del triathlon. Un esempio del ruolo dello sport di base, collaborazione con le società del territorio, e capacità di attrarre fondi pubblici a Cesena è dato dal nuovo centro federale nazione di triathlon che sorgerà proprio in città, in zona ippodromo. L’Amministrazione Comunale si è aggiudicata 4milioni di euro a fondo perduto da un bando del Governo per sistemare capra e cavoli: garantire la pista di atletica all’Endas e creare il centro federale del triathlon. “La condizione imposta dal bando governativo era collaborare con una federazione nazionale – spiega Castorri – quella di triathlon ha risposto subito presente alla nostra proposta, grazie alla collaborazione appunto con la società cesenate (e al ruolo del dirigente Filippo Caporali, ndr) siamo riusciti ad aggiudicarci questa somma ingente, lo sottolineo, a fondo perduto. E i benefici del nuovo centro nazionale che sorgerà a Cesena saranno presto evidenti a tutti”.



 

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