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“Ravenna continua a pagare caro ad Hera un servizio rifiuti scadente grazie alla complice collaborazione dell’Amministrazione de Pascale. È quanto emerge dalle anticipazioni dell’assessore competente, Gianandrea “Giangi” Baroncini. In Commissione Consiliare ha annunciato che la Tari aumenterà dell’8% nel Comune di Ravenna. Un aumento che riguarderà sia le famiglie che le aziende. Si tratta di un aumento aggiuntivo: già lo scorso anno la maggioranza aveva aumentato la Tari, il cui incasso viene girato ad Hera, concessionaria del “disservizio”. Non era stato certo l’unico aumento. Anche IMU, IRPEF, tassa di soggiorno, tassa su occupazione suolo, nonché le cosiddette “tasse” extra-tributarie, sono tutte state aumentate lo scorso anno. E l’anno prima la Tari era aumentata ancora: tra 2021 e 2022 aveva visto un aumento del 6,5% (elaborazione UIL per una famiglia ravennate media di 4 persone).

Ravenna in Comune era (e resta) totalmente contraria. Avevamo già lanciato l’allarme lo scorso anno ritenendo «indispensabile non aggiungere una spinta da parte dell’Amministrazione all’innalzamento dell’inflazione con l’aumento delle tasse». De Pascale & co. non ne hanno tenuto conto. Lontani dalle elezioni, lontani dal cuore… Ricordiamo bene l’Assessora al Bilancio declamare, mentre tutto aumentava (tranne gli stipendi), di non vedere «problemi, né particolari differenze fra la nostra città e altrove». Come si ricorderà Ravenna ha toccato record nazionali per i rincari. Ed ora, solo ora, fingono di accorgersene. Ma è la beffa finale. Baroncini giustifica la crescita della Tari dicendo che «Nell’aumento del costo dei servizi è determinante l’inflazione». Così si chiude il cerchio. Aumenta il costo della vita con il decisivo “contributo” degli aumenti decisi dalla Giunta e questa, che prima ne aveva negato l’esistenza, ne prende atto per giustificare un ulteriore aumento. Da girare ad Hera…

Del resto, in fatto di rifiuti, a prendere in giro la cittadinanza la maggioranza c’ha fatto l’abitudine. Pensiamo all’esenzione della Tari agli alluvionati pagata con le donazioni che sono arrivate da tutta Italia proprio per gli alluvionati. Ma non per girare dei soldi ad Hera ovviamente. Ravenna in Comune era contraria: «Se il Comune intende veramente esentare dalla TARI i danneggiati dall’alluvione lo faccia con uso trasparente delle risorse effettivamente a propria disposizione, adottando le opportune variazioni di bilancio. Le donazioni non sono utilizzabili per indennizzare il Comune da mancati incassi». Ovviamente la maggioranza ha imposto la propria volontà e si è presa donazioni donate con scopo diverso, ossia, letteralmente «per dare sostegno alle famiglie e alle realtà colpite dall’alluvione».

In compenso (si fa per dire) tutti i cittadini si sono trovati i bidoncini in casa. Senza quella famosa tariffa puntuale che si paga in basa al consumo effettivo, con sconti per chi più differenzia. Inutile dire che il timore (forte, visti i precedenti) è che, quando finalmente ci si arriverà, la Giunta coglierà l’occasione per dare un’ulteriore spinta all’insù ai costi che dobbiamo sostenere per un servizio percepito dalla gran parte della cittadinanza come insoddisfacente e, peraltro, non in grado di produrre i risultati a parole cercati.

Come Ravenna in Comune confermiamo il giudizio che già più volte abbiamo espresso nei confronti delle politiche comunali in materia di gestione rifiuti: «Tutta l’impostazione del sistema rifiuti a Ravenna è a nostro avviso sbagliata e, di anno in anno, continuano a essere i cittadini a pagare le inefficienze del sistema di gestione». In poche parole vale anche per quest’anno quanto riscontrato per gli scorsi: il costo aumenta man mano che il servizio peggiora!”

Ravenna in Comune

 

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